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Autofocus – Capirne il funzionamento e le modalità

Autofocus - Capirne il Funzionamento e le Modalità

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Mettere a fuoco manualmente è stato l’unico metodo possibile fino agli anni ’70. Fino a quel momento gli unici strumenti che il fotografo aveva a disposizione erano il mirino e la scala della distanza di messa a fuoco stampata sull’obiettivo. Con l’avvento dell’autofocus tutto è cambiato, si sono sviluppati interi settori della fotografia (come quella sportiva) e le immagini non perfettamente a fuoco sono state messe al bando. Ma se utilizzare l’autofocus può risultare semplice, ci sono varie modalità che possono risultare inadeguate per il soggetto o la scena che vogliamo fotografare, cosa che potrebbe costarci lo scatto. Andiamo quindi a vedere quali sono le varie modalità di autofocus e come funzionano.

LE MODALITÀ

Il sistema di messa a fuoco automatica si basa su varie informazioni che riceve dal sensore. Per riceverle sul sensore sono presenti punti dedicati ad intercettarle. Questi punti sono selezionabili sia singolarmente che a gruppi (zone) oppure in modo automatico, secondo cosa crede più opportuno mettere a fuoco la fotocamera o la modalità selezionata.
Punti autofocusA seconda del tipo di fotocamera avremo a disposizione più o meno punti, per esempio: reflex entry-level come la Canon Eos 750D ne hanno 10-20 punti mentre fotocamere professionali come la Sony Alpha 9 arrivano addirittura a 690. Ovviamente più punti abbiamo meglio è, perché ci danno la possibilità di tracciare e posizionare il soggetto in più zone della scena. Ma alla fine… A cosa servono di preciso? Semplicemente, servono a determinare cosa mettere a fuoco nella scena.

AUTOFOCUS SINGOLO

La modalità più semplice, metterà a fuoco una singola volta: raggiunto il fuoco, qualsiasi cosa succeda nella scena (movimento del soggetto, cambio di inquadratura) non cercherà di correggere il fuoco, nemmeno se teniamo premuto per metà il pulsante di scatto. Solitamente viene indicata con la sigla AF-S o simili, ma sulle fotocamere Canon invece troveremo la denominazione One Shot.
Autofocus singolo Questa modalità è ideale per fotografia paesaggistica, ritrattistica (il soggetto deve essere in posa), architattonica e still life. Insomma, tutti quegli ambiti in cui il soggetto non si muove o lo fa di pochissimo. Si rivelerà un ostacolo invece se utilizzata per immortalare oggetti in movimento e scene dinamiche. Per questo tipo di situazioni è bene utilizzare la modalità continua o attiva.

AUTOFOCUS CONTINUO

Come dice il nome, questa modalità non si ferma mai, cercherà continuamente di mettere a fuoco. A seconda dell’efficacia del sistema di autofocus può rivelarsi un’arma a doppio taglio: fotocamere come la Sony Alpha 6300 non daranno problemi ma con macchine più economiche può capitare che, anche se il soggetto è fermo, il sistema cerchi di metterlo a fuoco costantemente.
Autofocus continuo Questo però rende l’autofocus continuo (spesso indicato con AF-C, o AI Servo su Canon) ideale per fotografia sportiva, naturalistica, panning e tutte quelle situazioni in cui dobbiamo tracciare soggetti in movimento (o siamo noi a doverci spostare mentre scattiamo).

AUTOFOCUS ATTIVO

Questa modalità, chiamata anche automatica, è la fusione fra le due modalità precedenti. Spesso chiamata con AF-A (o AI Focus su Canon) è in grado di capire se il soggetto si muova o no, è quindi una modalità tuttofare. Anche questo sistema però può rivelarsi un ostacolo nel caso in cui gli algoritmi impiegati dalla fotocamera non siano molto efficaci.
Autofocus attivo È ideale per la maggior parte degli scenari, sia per scatti di soggetti fermi che per fotografia dinamica. Dobbiamo però conoscere quali sono i limiti della nostra fotocamera e selezionare la modalità in base ad essi: è probabile che su fotocamere economiche selezionare la modalità continua (o singola) sia più saggio che lasciar decidere alla fotocamera quale metodo di autofocus applicare.

CONCLUSIONI

Con l’avanzare della tecnologia si sono sviluppate altre modalità, che comunque sono derivate da quelle tre citate. Per esempio: grazie ai nuovi schermi touchscreen è possibile selezionare, con un semplice tocco, sia i punti di messa a fuoco che il soggetto, in modo che la fotocamera lo tracci durante il movimento. Una nota da fare, che può far molto comodo a chi utilizza lenti completamente manuali come il Samyang 85mm T1.5, è l’esistenza dell “autofocus manuale” ovvero un assistente al focus che, tenendo semi-premuto il pulsante di scatto durante la messa a fuoco manuale, illuminerà i punti corrispondenti alle zone a fuoco.

Modalità estremamente comoda visto che oggi giorno non esistono più i mirini a visione indiretta come sulle vecchie reflex analogiche.

Spero che l’articolo vi sia stato utile, se avete domande fatele pure con un commento qui sotto!

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