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Fotografia HDR – Teoria, Pratica e Post Produzione della Tecnica

HDR - Teoria, Pratica e Post Produzione della Tecnica

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La tecnica dell’HDR è uno strumento potentissimo che amplia enormemente le armi a disposizione di un fotografo. L’acronimo sta per High Dynamic Range e come si può intuire è una tecnica che mira ad aumentare l’intervallo dinamico (dynamic range) dei nostri scatti. Ma come? La teoria (come la pratica) è molto semplice, non dovete farvi ingannare dai risultati che vedete in giro, la spettacolarità di questa tecnica vien da sé, non serve troppa post produzione (anche se ovviamente non può mancare). Ma non perdiamo tempo, andiamo a vedere insieme come prepararci e come processare le foto in HDR.

UN PO’ DI TEORIA

Partiamo dall’intervallo dinamico: questo intervallo stabilisce quante informazioni possono essere recuperate dalle zone scure e da quelle chiare in una fotografia. In altre parole: quanto possiamo schiarire le ombre o scurire le highlights. Maggiore è l’intervallo, che si misura in stop, maggiore è la possibilità di lavorare su questi due aspetti. Se vi state chiedendo a cosa serva in termini concreti, pensate ad una foto in controluce: scattare una foto correttamente esposta su tutta la superficie non è possibile, infatti dovremo decidere se dare la priorità allo sfondo o al primo piano.
Esempio in controluce HDRI risultati che spesso si ottengono non sono soddisfacenti a causa delle highlights troppo intense o delle zone d’ombra troppo buie, difficili da correggere anche se si scatta in RAW. Per risolvere questa, e tante altre situazioni, ci viene in soccorso l’HDR: a partire da una serie di fotografie scattate con esposizioni differenti, unite tramite appositi software, saremo in grado di crearne una correttamente esposta su tutta la superficie visto il dynamic range esteso (che inoltre dà la possibilità di ritoccare abbondantemente).

QUINDI SEMPRE E SOLO HDR?

Non è sempre necessario scattare per HDR, molto spesso è sufficiente scattare in RAW se la differenza tra highlights e ombre non è drastica. Inoltre non è una tecnica priva di limitazioni, pensate ad uno scenario con delle persone in movimento: siccome dovremo scattare e unire più fotografie, se in esse cambia anche solo un particolare, questo affliggerà la fotografia finale.

Infatti si crea il cosiddetto effetto fantasma, ovvero le tracce lasciate dal movimento compiuto dai soggetti all’interno della scena.  Ma non è solo il movimento nella scena a dover essere tenuto sotto controllo, anche la fotocamera stessa deve essere immobile durante gli scatti altrimenti avremo l’effetto fantasma anche se il soggetto che stiamo fotografando è immobile.

Come vedremo più avanti per correggere l’effetto fantasma esistono plug-in e software dedicati ma i risultati non danno sempre il massimo, fare attenzione in fase di scatto è la miglior soluzione.

LA PRATICA

Come abbiamo già detto per l’HDR servono più foto scattate a differenti esposizioni, per fare questo ci sono due metodi: usare la funzione di bracketing della fotocamera o procedere manualmente. La modalità di bracketing (indicata come BKT sulla macchina) è una semplice raffica di foto scattate con un intervallo d’esposizione che impostiamo noi. Anche se è un metodo semplice e veloce per acquisire il materiale non lascia molta libertà di manovra: sia gli intervalli selezionabili che il numero di scatti dipendono dalla fotocamera.
Ghiera Modalità bracketing HDRPer questo la soluzione migliore è utilizzare la buon vecchia modalità manuale e lo scatto singolo, così avremo pieno controllo su cosa e come esporre. Esatto, come esporre? Niente di più semplice, dobbiamo scegliere un intervallo che ci permetta di esporre correttamente ogni zona dell’inquadratura, per esempio: durante una vacanza stavo visitando una chiesa e dalle finestre filtrava il sole di mezzogiorno che riempiva una delle navate laterali di color arancione, scena molto suggestiva, affascinato dall’illuminazione scattai subito una foto. Purtroppo il risultato ottenuto basandomi su quella singola fotografia non mi soddisfò, sapevo che non mi avrebbe permesso di riprodurre in modo esatto l’atmosfera della chiesa, per questo ricorsi all’HDR, qui sotto potete vedere tutti gli scatti che feci e le rispettive esposizioni.

Scegliendo un intervallo del genere sono stato in grado di esporre correttamente ogni aspetto della scena e di riprodurre più fedelmente l’atmosfera che aleggiava nella chiesa. Infatti l’HDR serve proprio a questo, a ritrarre l’ambiente in maniera più realistica.
HDR Interno chiesa

POST PRODUZIONE

Qui entra in gioco il software di fotoritocco che ci permetterà di unire le foto acquisite. Personalmente utilizzo Adobe Camera Raw (plug-in di Photoshop, come Photomatix) ma esistono tanti programmi in grado di svolgere lo stesso lavoro. Il migliore è sicuramente Adobe Lightroom, a pagamento ma offre un periodo di prova gratuito di trenta giorni. Fra i programmi gratuiti invece i più famosi sono FDRTools, Luminance HDR (Qtpfsgui) e PFSTools. Siccome l’interfaccia e i comandi sono simili in tutti i software, vi mostrerò il workflow che utilizzo in Camera RAW. La prima cosa da fare è importare le immagini che abbiamo scattato all’interno del software:
Aprire immagini HDR

Dopodiché possiamo apportare alcune modifiche, come rimuovere eventuali macchie di sporco o bilanciare il bianco. Non spingiamoci troppo in là con i ritocchi perché lo faremo più avanti, sull’immagine HDR finale (ricordiamoci comunque di sincronizzare tutte le modifiche che apportiamo alle immagini).
Sincronizzazione immagini HDRAdesso possiamo unire le fotografie in una singola immagine HDR, per farlo basta selezionarle tutte e una volta cliccato col destro su una qualsiasi, scegliere l’opzione “Merge to HDR“. Questo farà partire l’elaborazione e, una volta completata, aprirà una finestra di anteprima che possiamo anche ridimensionare a piacimento.
Unire immagini in HDR

Nella finestra possiamo vedere tre opzioni disponibili: la prima è Align Images, se attivata allineerà le immagini nel caso siano (anche leggermente) disallineate; la seconda è Auto Tone, che ritoccherà automaticamente l’immagine mantenendo comunque i settaggi (la colonna di destra) modificabili, come se fosse un suggerimento di post produzione insomma; la terza è la funzione Deghost che rimuoverà l’effetto fantasma dove necessario.

Come si può vedere la funzione Deghost è molto efficace, però attivarla comporta la perdita di qualità ed eleborabilità nelle aree modificate. Se da una parte non è piacevole vedere il rumore generato dai ritocchi (rumore che con un po’ di pazienza è comunque rimovibile), dall’altra è sempre meglio che vedere fantasmi a giro per l’immagine. Una volta scelta la combinazione di funzioni da attivare, possiamo premere su Merge per unire finalmente gli scatti.
Merge immagini HDRAdesso che abbiamo la nostra immagine in HDR non ci resta che sbizzarrirci con le modifiche che intendiamo fare: abbassare le highlights, alzare le ombre, modificare saturazione e contrasto, apportare modifiche mirate con lo strumento Adjustment Brush (K) e se necessario ritoccare nuovamente anche il bilanciamento del bianco.
Risultato HDR Finale

CONCLUSIONI

Come tutte le tecniche, per dominarla e comprenderla, è questione di pratica. Adesso che avete le basi però, potete iniziare a sperimentare ed allenarvi con questa tecnica. Non aspettate di avere la fotografia perfetta, usatela anche per semplici fotografie e cercate di diversificare le situazioni in cui la utilizzate (almeno avrete un’idea di tutti i problemi che possono sorgere).

Una cosa importante da tenere in considerazione è il comportamento della nostra attrezzatura: la gestione dei flares da parte dell’obiettivo per esempio, oppure se il suo diaframma dia vita all’effetto stella, o quanto rumore inseriscano gli ISO della fotocamera. L’ultima galleria di immagini racchiude alcune delle prove che ho fatto ma che non ho avuto l’occasione di inserire nell’articolo, potete vedere che non sono perfette (magari nemmeno interessanti) ma mi sono state utili per capire meglio come si comporta l’HDR e come sfruttarlo meglio.

Spero che l’articolo vi sia stato utile, se avete domande fatele pure con un commento qui sotto!

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Come scattare fotografie d'effetto col nostro drone | Ollo Blog
6 anni fa

[…] Cosa fare in quelle situazioni che presentano troppo contrasto luminoso? HDR! Se il drone permette di scattare in bracketing, come fa il DJI Mavic Pro, allora possiamo impostare un intervallo e scattare le varie foto da unire poi in post produzione per dar vita ad un’immagine HDR. Una guida completa su questa tecnica la potete leggere in questo articolo: Fotografia HDR – Teoria, Pratica e Post Produzione della Tecnica. […]

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Esposizione - Conoscerne le Modalità e come si Comportano | Ollo Blog
5 anni fa

[…] di esporre correttamente tutti quegli scenari critici come il controluce. Nel tutorial HDR – Teoria, Pratica e Post Produzione della Tecnica spiego come utilizzare una fra le tecniche più spettacolari, mentre nella guida Filtro ND […]

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