COSTRUZIONE
Per quanto riguarda la costruzione non c’è niente da dire, ottima: veramente solido e compatto, le ghiere sia quella della messa a fuoco che quella dei diaframmi scorrono molto bene, quella del fuoco è anche molto fluida (forse anche troppo perché è molto “lunga”), mentre l’altra è vincolata a muoversi di 1 stop alla volta.
Il paraluce è fisso infatti per coprire la lente frontale abbiamo questo coperchio molto grande. lente frontale molto ampia ma anche molto bella, degna insomma di un ultra-grandangolare.
Il peso si fa sentire, mi aspettavo fosse più leggero viste le dimensioni, ma alla fine può essere considerato indice di solidità e comunque ci si fa l’abitudine subito, il problema sparisce in fretta. Per la parte ottica abbiamo 14 lenti divise in 12 gruppi tutte UMC antiriflesso, inoltre 2 sono ED, a bassa dispersione, e 2 sono asferiche. Il diaframma è composto da 6 lamelle e ha un’apertura minima di f/22 e massima di f/2.8.
La minima distanza di messa a fuoco è 28cm, non abbiamo nessun automatismo, infatti sul barilotto abbiamo solo le due ghiere manuali e purtroppo non possiamo montare filtri a vite di nessun tipo a causa della costruzione della parte frontale, quindi dovremo rivolgerci a porta filtri più specifici se vogliamo utilizzare questi strumenti.
PRESTAZIONI
Le prestazioni non sono niente male: partendo dalla distorsione, abbiamo questa specie di collina al centro dell’immagine come se qualcosa da dietro spingesse la foto, insomma abbiamo questa distorsione un po’ strana forse potrebbe essere un attimo più difficoltoso correggerla in post produzione però non è niente di drammatico tenendo conto della natura ultra-grandangolare del 14mm.
Anche la vignettatura si fa notare, specialmente alle aperture più grandi e in particolare a quella massima dove possiamo vedere che è abbastanza invadente. Per migliorare le cose dobbiamo chiudere il diaframma e per avere un’immagine sufficientemente libera da vignettatura dobbiamo raggiungere l’apertura di f/5.6. Da qui in poi man mano che chiudiamo il diaframma abbiamo sì una diminuzione della vignettatura ma rallenta gradualmente fino all’apertura minima di f/22.
A contrastare queste performance ci pensa la nitidezza che è veramente buona: il livello di dettaglio è alto e già all’apertura massima anche se abbiamo una leggerissima perdita di definizione nelle zone periferiche delle immagini, chiudendo il diaframma comunque la nitidezza aumenta migliorando la situazione ai bordi e in generale su tutta la superficie delle foto.
Contro i flares non si comporta malissimo vista l’ampiezza della lente frontale e l’angolo di campo, il trattamento UMC fa il suo lavoro: possiamo vedere che le immagini non sono invase da flares e non abbiamo nemmeno grossi effetti fantasma, quindi tutto sommato la lente se la cava abbastanza bene sotto questo aspetto.
L’ultima cosa rimasta da affrontare è il bokeh, anche se spesso passerà inosservato a causa dell’iperfocale quasi totale (specialmente alle aperture del diaframma più chiuse). Non è niente male, è morbido ma non impastato e le highlights hanno una bella texture liscia quindi anche se non lo vedremo spesso sappiamo che è lì e che è un bel bokeh.