Il termine bokeh fu reso celebre da Mike Johnston, editore per Photo Techniques, che produsse una serie di articoli dedicati proprio a questo argomento. Basato sul termine giapponese boke-aji, lo utilizzò per indicare la parte sfocata di una fotografia. Il termine divenne famoso in poco tempo ed entrò a far parte di quella serie di caratteristiche da ricercare in un obiettivo. Il problema però è che ancora oggi alcuni fotografi non hanno ben chiaro cosa sia effettivamente il bokeh.
EFFETTO BOKEH
Nitidezza, aberrazioni e distorsione sono tre caratteristiche ben definite e semplici da qualificare. Un obiettivo è nitido se riesce a restituire chiaramente ogni dettaglio della scena o meno; le aberrazioni sono presenti se in determinate situazioni nascono sfumature colorate intorno ai dettagli della foto; la distorsione invece sarà presente se l’obiettivo altera le linee verticali e orizzontali della scena. Ma definire e, soprattutto, qualificare il bokeh è un processo più complicato.
DEFINIZIONE
Partiamo dalla definizione che, per la cronaca, non è un modo di indicare una ridotta profondità di campo. È vero, una profondità di campo ridotta è una caratteristica del bokeh, ma non è la definizione corretta. Con bokeh si vuole indicare le caratteristiche della parte non a fuoco di una fotografia. Anche se è spesso riservato per le sole highlights che si trovano nello sfondo (i cerchietti luminosi), può e deve essere utilizzato anche per i toni medi e le ombre.
QUALITÀ DEL BOKEH
Ad influire sul bokeh ci sono tante cose: lo stesso obiettivo, l’apertura del diaframma, le dimensioni del sensore e la distanza delle cose inquadrate rispetto alla fotocamera. Comunque sia, possiamo descrivere l’insieme delle sue caratteristiche come brutto o bel bokeh. La differenza fra un buon bokeh ed uno che non lo è si riduce a quanto morbide o naturali appaiano le parti sfocate, caratteristica determinata dalla geometria del diaframma: in un mondo perfetto il diaframma degli obiettivi sarebbe circolare tanto quanto le pupille dei nostri occhi, così da restituire highlights altrettanto circolari e quindi più naturali. Un bokeh non pregiato lo si riconosce per la durezza delle highlights sfocate che, per definizione, dovrebbero invece essere più morbide e in sintonia con il resto degli elementi sfocati. Un ottimo obiettivo che produce un bokeh meraviglioso è lo storico Canon 85mm f/1.2 L II USM, oppure il Sony 85mm f/1.4 G Master se vogliamo fare un esempio mirrorless.
SOGGETTIVITÀ
Ricordiamoci che comunque alla fine di tutto stiamo parlando di una componente soggettiva e quindi non è tutto bianco o nero. Prendiamo per esempio gli obiettivi catadiottrici (o a specchio) come il Samyang 300mm f/6.3 UMC CS: il bokeh che producono presenta higlights ad anello, caratteristica che divide l’opinione dei fotografi, c’è chi la ama e c’è chi la odia.
Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di leggere il nostro articolo su Come avere l’effetto bokeh nelle foto. Se invece hai sempre qualche dubbio non esitare a commentare qui sotto!