Scattare in RAW è un concetto molto familiare per chi utilizza regolarmente fotocamere digitali, ma per chi ha una visione della fotografia “limitata” dall’utilizzo dello smartphone, dove il RAW sta prendendo campo solo adesso, potrebbe risultare di difficile comprensione. In questo articolo tenterò di rispondere alle domande che un utente tipo si può porre la prima volta che viene a sapere dell’esistenza del formato RAW.
RAW, COSA SIGNIFICA
Una fotografia in formato RAW è in realtà un file “crudo” (in inglese, appunto, “raw”), composto dalle mere informazioni raccolte dal sensore della fotocamera ma non ancora elaborate (quindi non ancora passate attraverso l’algoritmo di demosaicizzazione e tutto il resto della trafila). Cosa vuol dire in termini semplici? Significa che questo tipo di file non viene minimamente ritoccato dalla fotocamera e che, soprattutto, non viene compresso, mantenendo così la totalità delle informazioni necessarie alla post produzione (ritocco) senza perdita di qualità. Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo RAW o JPEG – quale formato scegliere.
I VANTAGGI DEL RAW RISPETTO AL JPEG
Tutto questo permette quindi di modificare il bilanciamento del bianco anche dopo aver scattato la fotografia, scurire le zone troppo luminose e, viceversa, schiarire quelle troppo buie. Ma questi sono solo alcuni esempi (le operazioni più comuni) di quello che è possibile fare con un file RAW, la versatilità di questi file è immensa! E perché i JPEG non sono altrettanto versatili? Perché, semplicemente, sono file compressi. Questo vuol dire che sono il risultato finale di tutta una serie di elaborazioni, quindi anche l’operazione più semplice (come modificarne il bilanciamento del bianco) sarebbe come applicare un filtro, Instagram, andando così a deteriorare la qualità dell’immagine (solitamente, anche se in minima parte, si crea rumore, come nelle immagini scattate ad alti ISO).
Potremmo vedere i due tipi di file anche in questo modo: il RAW come un solido, ed il JPEG come la sua proiezione. Se volessimo scolpire il file RAW potremmo farlo tranquillamente perché 3D, inoltre alla fine ogni modifica si rispecchierebbe sulla proiezione 2D; se invece volessimo scolpire il JPEG non potremmo farlo perché appunto, essendo un oggetto piatto, non ha un volume da poter modificare.
QUALI SMARTPHONE SCATTANO IN RAW
Anche se il formato RAW sta prendendo campo anche in questi dispositivi non è ancora uno standard assodato, e infatti molti modelli non prevedono questo formato come opzione. A grandi linee comunque, i dispositivi che sicuramente scattano in RAW nativamente sono i cosìddetti flagship, quindi smartphone come il Samsung Galaxy S9+ e l’Apple iPhone XS, ma basta guardandosi intorno per scoprire che anche i telefoni come il Huawei P20 Pro e simili hanno questa funzione.
COME RIMEDIARE
Esistono varie applicazioni, molte delle quali gratuite, che permettono di scattare in RAW con qualsiasi smartphone, ma mi soffermerò sulla più avanzata di tutte: Adobe Photoshop Lightroom CC, versione mobile (e gratuita) del famoso software di fotoritocco che offre comunque una suite completa, sia per acquisire che per poi elaborare le immagini.
LIGHTROOM
Il grande punto di forza dell’applicazione, oltre ovviamente all’ambiente di sviluppo (che, come la versione desktop, riesce a gestire gran parte dei formati RAW che gli vengono dati in pasto), è la sua capacità di scattare file RAW, in formato DNG, nativamente, grazie alla fotocamera integrata. E non una semplice fotocamera, Lightroom mette a disposizione tremo modalità di scatto: Automatica, Professionale e HDR. La prima, come possiamo intuire facilmente, è la modalità completamente automatica, noi possiamo comunque scegliere il punto di messa a fuoco e gestire il flash. Con la seconda invece abbiamo il pieno controllo della fotocamera, infatti possiamo gestire i tempi di scatto, gli ISO, il bilanciamento del bianco e la messa a fuoco. Anche la modalità HDR si spiega da sola e, come ci possiamo aspettare da Adobe, è probabilmente la migliore in circolazione.
SCATTARE IN RAW
Tutte le modalità permettono di scattare in RAW, per farlo basta selezionare il formato DNG tramite lo switch nella parte alta dell’applicazione e il gioco (fin qui) è fatto. Se poi volessimo portare il tutto su un livello più alto, potremmo selezionare la modalità professionale e quindi prendere il controllo sulle varie impostazioni di scatto.
AMBIENTE DI SVILUPPO
Per sfruttare al massimo l’applicazione è necessario abbonarsi con la tipica formula di Adobe, ma la versione gratuita offre comunque un ottimo ambiente di sviluppo, mettendo a disposizione tutti i classici strumenti che in Lightroom sarebbero raggruppati nella sezione “Correzione Base”. Quindi possiamo modificare il bilanciamento del bianco (con tanto di strumento contagocce), gestire le highlights e le ombre, addirittura possiamo correggere le aberrazioni e la vignettatura (e molto altro, non mancano infatti i selettori per la nitidezza e la riduzione del rumore). Infine, una volta apportate tutte le modifiche del caso, non resta che esportare l’immagine (è possibile esportare anche il RAW originale) o condividerla direttamente sui vari social networks.
Insomma, che un’applicazione offra più di tutto questo, per giunta con la tipica interfaccia di Lightroom CC, è difficile; quindi lasciamo perdere tutte le altre applicazione che, per quanto valide, non potranno mai competere con l’esperienza di Adobe in questo campo.