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Recensione Tokina Firin 100mm f/2.8 Macro – buona alternativa al Sony 90mm

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Questo Tokina Firin 100mm f/2.8 Macro FE si presenta come un’alternativa più economica al Sony 90mm f/2.8 Macro, obiettivo di grande qualità proprietario Sony. Le carte in regola le ha tutte, come l’ottima nitidezza e il bokeh morbido; però ha anche delle caratteristiche meno appetibili. Quindi andiamo a vedere insieme se effettivamente può sostituire il 90mm nella fascia di prezzo inferiore.

DESIGN E COSTRUZIONE

Il Tokina Firin 100mm f/2.8 Macro si presenta con un design totalmente nuovo: finitura nera opaca, simile a quella che caratterizza le fotocamere mirrorless Sony per le quali è dedicato. Buona la prima impressione che suscita, barilotto solido e robusto, design pulito che offre un solo controllo: la ghiera della messa a fuoco.

Nota negativa l’assenza di una guarnizione sulla baionetta che lascia la fotocamera, e lo stesso obiettivo, privi di protezione da polvere e umidità. Vista la facilità con cui si sporcano i sensori mirrorless è quasi indispensabile, infatti è una caratteristica che troviamo sul Sony 90mm f/2.8 Macro G OSS.

AUTOFOCUS

Arriviamo al sistema di messa a fuoco. Probabilmente il tallone d’Achille di questo obiettivo. Già la ghiera di messa a fuoco sfrutta il sistema cosiddetto a “focus by wire”, sistema elettronico che sfrutta il motore AF dell’obiettivo per spostare le lenti adibite al focus; sistema che trovo scomodo da utilizzare perché non preciso e persistente come quello meccanico tradizionale.

Inoltre la tecnologia utilizzata da Tokina in particolare rende la messa a fuoco troppo lenta e rumorosa per gli attuali standard. Questo non è solo un capriccio perché avere un obiettivo così lento e rumoroso vuol dire perdere sicuramente molti scatti, soprattutto in macro naturalistica. Ecco perché vedo questo obiettivo come un ottica da studio, penso quindi a still life o food photography per esempio.

PRESTAZIONI

DISTORSIONE

Partiamo molto bene, la distorsione che il 100mm conferisce alle immagini è semplicemente inesistente: né le linee verticali né quelle orizzontali vengono deformate.

VIGNETTATURA

Anche da questo punto di vista non si comporta affatto male. Infatti anche a f/2.8 non si presenta troppo invadente, con un lieve calo di luminosità distribuita intorno al centro dell’immagine. Chiudendo il diaframma a f/4 la situazione migliora nettamente, solo le zone estreme dell’immagine presentano un calo di luminosità, che tra l’altro è molto leggero. Infine, scendendo a f/5.6, risolveremo completamente il problema ottenendo immagini perfette da questo punto di vista.

C’è comunque da tenere in considerazione il fatto che la vignettatura è molto semplice da correggere, quindi non rappresenta mai un problema reale.

NITIDEZZA

Molto buona la nitidezza. Anche alla piena apertura il centro dell’immagine è decisamente nitido, così come gli angoli (che presentano solo un lievissimo calo di dettagli). Chiudendo il diaframma migliora tutta l’immagine, possiamo infatti vedere un aumento generale della nitidezza (che è già molto buona di partenza), arrivando al culmine con l’apertura di f/8.

ABERRAZIONI

Le aberrazioni cromatiche, aloni color magenta che appaiono intorno ai contrasti di luce (dettagli scuri su sfondo chiaro e viceversa), sono ben visibili sia agli angoli che nelle zone centrali dell’immagine. Ovviamente all’apertura maggiore sono più evidenti ma tendono a scomparire chiudendo il diaframma, però per diminuire drasticamente la loro presenza dobbiamo scendere a f/8. Come dico sempre, nonostante sia effettivamente un difetto ottico, è uno di quegli aspetti da non tenere in considerazione durante la scelta di un obiettivo perché è un problema facilmente risolvibile utilizzando un programma di post produzione come Adobe Lightroom.

FLARES

Anche i flares sono visibili ma non troppo invadenti, spesso in realtà potrebbero aggiungere un piacevole effetto alle immagini. A questo si aggiunge anche un lieve alone di luce in tutte quelle situazioni critiche, come controluce col sole posizionato nell’angolo dell’inquadratura (o poco fuori). Comunque sia l’effetto generale che questo obiettivo restituisce è piacevole, soprattutto se sfruttiamo bene l’ora d’oro.

BOKEH

Arriviamo al bokeh. La parte sfocata delle immagini risulta sorprendentemente morbida, creando un evidente contrasto con la parte a fuoco. Questo è uno degli assi nella manica del Firin 100mm, infatti con un bokeh di questo tipo è molto indicato per la ritrattistica

CONCLUSIONI

Consiglio questo Tokina Firin 100mm f/2.8 Macro FE a chi ha bisogno di un obiettivo macro, ovviamente, che funzioni anche da obiettivo per ritratti magari. La velocità dell’autofocus potrebbe essere un problema per gli appassionati di macro naturalistica, infatti vedo questo 100mm più come un obiettivo da studio (still life, foto pubblicitaria o di catalogo, food photography, eccetera)

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