INTERFACCIA E COSTRUZIONE
Per quanto riguarda l’aspetto estetico su questa RX10 non abbiamo nessun cambiamento: il corpo è praticamente lo stesso, la disposizione dei tasti è identica, layout essenziale ma comunque comodo da utilizzare.
Anche l’obiettivo è lo stesso Carl Zeiss che accompagnava la versione precedente e inoltre, purtroppo, non abbiamo un miglioramento dello schermo che rimane direzionabile solo in verticale e quindi limita un po’ la versatilità della camera. È alquanto pesante, colpa dell’obiettivo fisso molto grande, però non affatica tenerla in mano.
COTRUZIONE OBIETTIVO
A proposito dell’obiettivo: è una sistema di 14 lenti divise in 11 gruppi fra le quali 7 sono asferiche e 1 AA (Advanced Aspherical) per ridurre le aberrazioni, inoltre è fornito di rivestimenti anti-riflesso per minimizzare flares ed effetto fantasma. Il diaframma è composto da 7 lamelle e ha un’apertura massima di f/2.8 e minima di f/16 entrambe continue per tutta l’escursione focale.
La minima distanza di messa a fuoco è di 3cm alla lunghezza focale minima e poi tende a 25cm man mano che zoomiamo. È fornito di stabilizzatore ottico e può montare anche filtri polarizzatori basta che abbiano un diametro di 62mm. Essendo a focus by wire (quindi ghiere elettroniche) sia lo zoom che la messa a fuoco si resettano una volta spenta la fotocamera, inoltre lo zoom è un po’ lento ed ha un leggero ritardo nel cambiare, soprattutto se lo gestiamo dalla ghiera.
PRESTAZIONI OBIETTIVO
Però, se ci spingiamo agli angoli o zoomiamo, le prestazioni calano infatti le foto diventano leggermente più morbide anche al centro e agli angoli addirittura la foto sembra quasi mossa (questo a piena apertura). Chiudendo il diaframma le cose migliorano e già a f/5.6 la nitidezza è quasi omogenea su tutta la superficie e a tutte le lunghezze focali, poi da f/8 abbiamo immagini molto buone nonostante agli angoli permanga il problema anche se in maniera molto lieve. Un punto debole della lente, se scattiamo in RAW, sono le aberrazioni, che alla massima apertura e a lunghezze focali grandangolari è molto presente ma sparisce man mano che zoomiamo.
Ho notato che però il software della RX10 riesce a correggere molto bene questo disturbo infatti se si scatta in JPEG le aberrazioni non sono minimamente accennate e questa correzione riesce molto bene anche per la distorsione che viene diminuita drasticamente, quindi se volete delle immagini da condividere velocemente, potendo sfruttare anche l’NFC della fotocamera, non avrete problemi scattando in JPEG.
Per concludere la parte dedicata all’obiettivo manca da guardare come si comporta il bokeh, avendo un’apertura massima e continua di f/2.8 la lente riesce a cavarsela molto bene infatti le zone sfocate sono molto morbide e rendono un effetto molto piacevole, inoltre la parte a fuoco spicca su quella sfocata incentivando quest’effetto.
L’unico appunto da fare è la texture che assumono le highlights, sembrano quasi avere una superficie “ruvida” ed hanno i contorni molto definiti.
ASPETTO FOTOGRAFICO
Anche in modalità di scatto singolo non si comporta affatto male, ha un attimo di problemi quando inquadriamo superfici a bassa differenza di contrasto però in tutte le altre situazioni si comporta molto molto bene, velocissimo e precisissimo, non so se effettivamente impieghi 9 decimi di secondo come dichiara Sony però insomma è molto reattivo. La modalità manuale prevede due assistenti: lo zoom nell’area di interesse e il focus peaking, utilizzabili contemporaneamente. Gli ISO disponibili corrono dai minimi 100 fino ai massimi 25600 però in funzione dalla modalità scelta il range cambia, per esempio in video gli ISO massimi sono 12800. Come si comportano: non sono male, fino a 1600 le immagini reggono bene poi aumentandoli il rumore inizia a farsi sempre più vivo e i dettagli iniziano a deteriorarsi anche se in confronto alla versione precedente in minor quantità (comunque le foto sono utilizzabili tranquillamente fino a 3200 ISO se non dobbiamo cropparle o ingrandirle).
Prestazioni fotografiche quindi molto buone per un sensore piccolo ma che riesce a fare addirittura meglio di molti sensori APS-C.
ASPETTO VIDEO E COMPARTO AUDIO
Però i LOGs di cui dispone la RX10 sono una marcia in più per quanto riguarda la post produzione in quanto rendono immagini “flat” (piatte) utilizzabili come base di partenza per color grading, diminuzione del rumore e così via. Qui sotto potete vedere un esempio (video registrato utilizzando S-LOG 2 e poi modificato).
Potete vedere che la differenza è enorme, sopra abbiamo un’immagine piatta ma che contiene tante informazioni da poter elaborare come per esempio le nuvole nel cielo (ed estrapolare dalle parti scure il maggior numero di informazioni possibile porta ad avere del rumore) mentre sotto abbiamo la versione modificata dove ho scelto di mantenere il cielo più scuro per dare risalto alle altre zone dell’inquadratura e “nascondere” il rumore. Restando in tema rumore, andiamo a vedere come viene gestito questo disturbo all’aumentare degli ISO. Le immagini non hanno grandi problemi fino a ISO 800 ma sono comunque utilizzabili tranquillamente fino a 1600, dove però i dettagli iniziano a deteriorarsi un poco.
Un altro grande punto di forza di questa RX10 è la pre-amplificazione eccezionale, la fotocamera non inserisce il minimo fruscio durante la registrazione audio e questo permette di collegare direttamente al corpo macchina microfoni esterni. Visto che Roma non era molto silenziosa vi lascio qui l’altro video che ho fatto sulla RX10.
Questo ci permette di collegarci ad altri due aspetti dalla Sony: il Full HD e lo slow motion. Anche in Full HD la qualità degli ISO è molto buona, le immagini rimangono utilizzabili praticamente fino a 1600, dove comunque i dettagli iniziano a deteriorarsi un pochino.
L’aspetto che mi ha incuriosito maggiormente però è la modalità HFR ovvero lo slow motion che permette di registrare fino a 1000fps ad una risoluzione di 1080p. Come funzione è veramente spettacolare, apre le porte a molti utilizzi e rende la RX10 molto versatile. Anche la qualità stessa delle immagini è buona perché fino a 240/250fps il livello di dettaglio è ottimo, poi man mano che si aumenta il frame rate la qualità tende a calare perché si introduce un po’ di aliasing e i dettagli iniziano ad ammorbidirsi. Nel video qui sopra comunque troverete vari test con i quali potrete farvi un’idea della qualità dello slow motion.