Con questa recensione concludiamo con la serie Milvus, infatti andremo a vedere come si comporta lo Zeiss Milvus 21mm /2.8, l’ultima lente di questa linea che ci manca da recensire. Sarà all’altezza dei fratelli più grandi come lo Zeiss Milvus 100mm f/2 o lo Zeiss Milvus 85mm f/1.4? Scopriamolo insieme leggendo l’articolo!
COSTRUZIONE
Come gli altri obiettivi della serie Milvus anche il 21mm ha un barilotto completamente in metallo, con la ghiera della messa a fuoco ricoperta da un anello in gomma per aumentarne il grip e riconoscerla col tatto quando guardiamo attraverso il mirino. La ghiera è l’unico controllo che abbiamo a disposizione, infatti la lente non è stabilizzata.
Nella versione Nikon abbiamo anche la ghiera per getire i diaframmi che all’occorrenza può essere “decliccata” (svincolata dal fare scatti di uno stop), dettaglio utile per utilizzare l’obiettivo in ambito video.
Anche il paraluce in dotazione con l’obiettivo è in metallo e montandolo sul 21mm ne riprende e prosegue la forma. È a petalo per evitare di introdurre uilteriore vignettatura (che come vedremo dopo è già abbastanza invadente), ma questo lo porta ad essere meno efficace contro flares e disturbi affini.
Ad aumentare la qualità della costruzione ci pensa la guarnizione intorno alla baionetta in metallo che funge da protezione contro polvere e umidità, rendendo così il 21mm una lente tropicalizzata.
Se vi state chiedendo quanto influisca il metallo sul peso generale dell’obiettivo, la risposta è tanto. Non è un’ottica per niente leggera, ma non serve molto per farci l’abitudine, dopo qualche attimo di utilizzo non ci faremo più caso. Ultima nota da fare sulla costruzione è la possibilità di montare filtri polarizzatori perché la parte frontale non ruota durante la messa a fuoco; filtri che devono avere un diametro di 82mm.
PRESTAZIONI
DISTORSIONE
La distorsione che questo 21mm porta è lievissima ma dallo strano profilo: al centro l’immagine subisce la classica deformazione a barilotto però agli angoli prende una piega particolare. Ricorda molto la deformazione di un foglio che cerchiamo di distendere perché arrotolato.
VIGNETTATURA
La vignettatura invece è meno anonima: all’apertura massima le immagini sono molto scure su gran parte della superficie (solo la zona centrale mantiene un’esposizione corretta), per eliminare completamente questo disturbo dobbiamo chiudere a f/5.6.
NITIDEZZA
Questo Zeiss è nitidissimo, anche alla massima apertura: la differenza che c’è fra gli scatti a f/2.8 e quelli a diaframmi più chiusi è lievissima, già a piena apertura la lente offre una quantità di dettagli eccezionale, anche nelle zone periferiche dell’immagine. Da appuntare che le foto più morbide saranno quelle scattate all’apertura minima, sia al centro che agli angoli.
ABERRAZIONI
Le aberrazioni sono gestite alla perfezione, sarà difficilissimo che affliggano le immagini e quando la fanno sono lievissime. Comunque le zone a rischio, che potrebbero dargli vita, sono quelle che presentano un forte contrasto luminoso, ma solo alle aperture focali maggiori.
FLARES
Devo dire che testando come gestisce i flares ci sono rimasto un po’ male: abituato allo Zeiss Milvus 100mm f/2 e allo Zeiss Milvus 85mm f/1.4 che li annientano completamente, mi aspettavo che anche questo 21mm si comportasse nel solito modo. Purtroppo no, i flares ci sono e sono ben definiti (possiamo anche intuire la costruzione del diaframma osservandoli).
BOKEH
Il bokeh è morbido anche se la lunghezza focale non è il massimo per sfruttare al meglio questo effetto; infatti dovremo spingerci il più vicino possibile al soggetto (la minima distanza di messa a fuoco è 22cm) e aprire il diaframma al massimo. Una volta prese le giuste precauzioni il bokeh sarà morbido e in contrasto con le zone (molto) nitide. Le highlights però, anche se non sono fonti di luce intensa, sono caratterizzate da un contorno ben definito.
CONCLUSIONI SUL 21MM
Questa lente è eccezionale, impreziosisce sicuramente la serie Milvus. I punti forti sono la nitidezza fenomenale, la gestione delle aberrazioni e del controluce, che la rendono una lente da avere per forza. È vero però che non è priva di difetti: la vignettatura è molto invadente all’apertura massima del diaframma e i flares non sono gestiti tanto bene quanto lo sono sui fratelli maggiori. Al di là di questo l’obiettivo riesce a gestire tantissime situazioni, rendendolo un obiettivo molto prezioso: reportage, fotografia notturna e paesaggistica sono solo alcuni esempi di quello che la lente è in grado di gestire. Ma c’è un aspetto in particolare che rende il 21mm veramente un must have: la resa dei colori, semplicemente perfetta, in pieno stile Zeiss.
Spero che l’articolo vi sia stato utile, se avete domande fatele pure con un commento qui sotto!