Il treppiede, o cavalletto, è uno strumento praticamente indispensabile per il fotografo. Pensare che vada utilizzato solo in condizioni di scarsa illuminazione è molto riduttivo: senza di esso saremmo vincolati a poter sperimentare solo pochi stili fotografici, precludendoci l’infinità di tecniche che popolano questo mondo (HDR, macro e fotografia architettonica sono solo alcuni esempi). Dargli la giusta importanza è quindi fondamentale per non spendere soldi inutilmente (comprando treppiedi economici ma inefficaci) e per ottenere buone fotografie. Andiamo a vedere allora quali sono le caratteristiche da prendere in considerazione durante la ricerca di un treppiede.
IL TREPPIEDE
Ovviamente non c’è un unico cavalletto adatto a tutto, ne esistono diversi tipi e tutti puntano a soddisfare certe esigenze che il fotografo, e il tipo di foto, hanno; per questo è importante stare attenti a quali caratteristiche ricercare. Ma quali sono queste caratteristiche? Sicuramente i materiali con cui è costruito, le dimenisoni, il peso e alcuni tecnicismi come il carico massimo sostenibile e da quante parti è costituito. Partiamo con ordine:
MATERIALI
I materiali che solitamente vengono impiegati sono tre: plastica, vari tipi di metallo (spesso alluminio) e fibra di carbonio. Come potrete immaginare il materiale influisce parecchio sul prezzo (e sul peso) del treppiede, non è un caso infatti che i cavalletti più economici siano quelli in plastica. Ma quanto deve influire il materiale sul nostro acquisto? Abbastanza, tralasciando totalmente i treppiedi in plastica concentriamoci su quelli in metallo e in fibra di carbonio: i primi sono più pesanti ma meno costosi dei secondi, che sono più leggeri ma altrettanto rigidi.
Per esempio, il Manfrotto Befree in alluminio è più pesante della versione in carbonio che però riesce a sostenere lo stesso carico massimo. Quando è necessario (o indicato) optare per il carbonio, e fare quella spesa in più? Quando ogni grammo conta, viaggi in aereo ed escursioni soprattutto.
DIMENSIONI E PESO
Aspetti collegati al materiale, e infatti già affrontati in parte nel paragrafo precedente, sono le dimensioni ed il peso del cavalletto. Avere un cavalletto leggero e compatto è sì molto comodo da trasportare ma risulta altrettanto scomodo da utilizzare: un cavalletto alto come il Manfrotto 190 non ci costringe a piegarci su di esso per vedere attraverso il mirino della fotocamera. Inoltre un cavalletto leggero, anche se abbastanza solido per l’attrezzatura, è probabile che non riesca a resistere efficacemente all’ambiente in cui stiamo fotografando. Senza fare esempi troppo drastici basta pensare alla riva del mare (se ci mettiamo a scattare sul bagnasciuga è probabile che le onde muovino il cavalletto), o ad una giornata di vento particolarmente forte.
Per aumentare la stabilità del treppiede possiamo appenderci un peso, come lo zaino. Tecnica vista nel tutorial su come realizzare un time lapse.
CARICO MASSIMO
Dettaglio importantissimo da tenedere in considerazione è la portata massima del cavalletto, ovvero quanto peso è in grado di sopportare. Questo valore è essenziale se non vogliamo rovinare il treppiede e tutta l’attrezzatura che ci abbiamo montato sopra perché questa è risultata essere troppo pesante.
È importante quindi considerare il peso della nostra attrezzatura e lasciare un po’ di margine per futuri upgrade, non limitiamoci a comprare cavalletti che sopporteranno a malapena il nostro equipaggiamento.
Per sapere il peso dell’attrezzatura possiamo pesarla oppure informarci sui siti delle aziende costruttrici.
Sul carico massimo influisce anche l’eventuale testa che montiamo sul treppiede: solitamente è l’elemento che non permette di sfruttare a pieno la portata massima della struttura. Per esempio, se il cavalletto sopporta fino a 8kg ma la testa può sostenerne solo 4kg sarà quest’ultimo valore a pregiudicare la portata massima: è inutile avere un cavalletto solidissimo come il Benro Combination C-48 X-Long se poi la testa cede sotto il peso dell’equipaggiamento.
COS’ALTRO CONSIDERARE
Abbiamo visto cosa deve influenzare maggiormente sulla scelta di un cavalletto dal punto di vista della costruzione, ma ci sono anche dei dettagli che possono essere considerati secondari ma che in realtà sono abbastanza importanti. Tra questi dettagli ci sono il numero di giunture utilizzate e i sistemi di frizione e fissaggio delle gambe.
Ovviamente meno giunture ci sono (comprese le sezioni in cui sono divise le gambe) e più il cavalletto è stabile, ma anche più ingombrante. Prendiamo per esempio due cavalletti che, una volta aperti completamente, hanno la stessa lunghezza: le gambe di uno sono divise in quattro sezioni mentre quelle dell’altro in due; Se chiudiamo entrambi, quello a quattro sezioni prenderà meno posto dell’altro.
È come se il cavalletto fosse un foglio di carta: più volte viene piegato e meno spazio prende ogni volta.
E LA TESTA?
Esistono vari tipi di testa, i principali sono quelle a sfera, a tre vie e a cremagliera. L’argomento è molto vasto e merita un articolo a parte, infatti potete leggere la guida Testa per Treppiedi – Come Sceglierla e cosa Cercare per saperne di più!
Spero che l’articolo vi sia stato utile, se avete domande fatele pure con un commento qui sotto!